martedì 29 gennaio 2013

Il magico giardino di Oriolo



Non ho nulla in contrario al fatto che vostra nipote trascorra al castello una parte delle vacanze estive!” affermò con vigore la marchesa Ortensia de Floris rivolgendosi al suo giardiniere Oriolo Legacci.
Grazie di cuore, marchesa. Mio figlio e mia nuora mi hanno tanto pregato di tenerla con me per qualche settimana. La bambina è un po’ gracile e sono convinti – come me, d’altronde – che il clima mite del mare possa rinvigorirla”, rispose Oriolo.
Il simpatico giardiniere non aggiunse che per lui era un grande piacere avere tutta per sé sua nipote che, di solito, poteva frequentare solo in occasione delle feste di Natale quando si recava ad Alessandria per qualche giorno in famiglia.
Inoltre” aggiunse la marchesa con un sorrisetto malizioso “sono certa che non vi dispiace affatto avere del tempo da trascorrere con vostra nipote, o sbaglio?”.
Oriolo arrossì per aver visto svelati i suoi pensieri più intimi con tanta facilità ma sorrise compiaciuto: “è difficile nascondervi qualcosa e non posso negarlo per me è davvero un grande regalo questa possibilità. Vedo Rosella così di rado che ogni volta mi stupisco di come cambi e cresca rapidamente.”
Bene” disse in tono sbrigativo la marchesa Ortensia “occorre avvisare Palmira perché prepari una camera per la bambina e organizzi la dispensa per un’ospite in più, piccola per giunta.” E si avviò con piglio deciso verso la cucina, luogo del dominio assoluto della fedele governante Palmira - che di cognome faceva Rododendro – per prendere accordi.
Anche Oriolo tornò alle sue attività e arrivato nei pressi della serra – che era anche il suo “ufficio” – si guardò intorno con soddisfazione notando che il suo regno vegetale era perfettamente in ordine, almeno secondo il suo gusto personale.
In effetti ad altri le sue scelte risultavano sempre un po’ insolite ma lui le definiva coraggiosi esperimenti. Ad esempio non c’era un vero confine tra orto e giardino ma le diverse specie convivevano allegramente insieme.
Accanto alle regali rose inglesi Abraham Darby con gli opulenti fiori rosa arancio profumati di frutta ecco un gruppo fitto di Allium schoenoprasum, volgarmente “erba cipollina”, con i globi rosa intenso eretti sui fragili steli.
Sull’elegante bersò in ferro battuto convivevano armoniosamente i lunghi tralci del glicine con quelli robusti  delle zucchine con le loro trombette gialle e le foglie pelose e, tutti insieme, ombreggiavano egregiamente le panche di pietra disposte ad angolo per favorire la conversazione.
I camminamenti, anch’essi in pietra, erano invasi dal timo serpillo e le diverse qualità a fiore bianco, rosa, malva e viola scuro creavano tavolozze di colore gradevoli allo sguardo e all’odorato. E in un angolo un po’ appartato l’acqua zampillava dalla bocca di un cherubino nella grande fontana a forma di fagiolo nella quale galleggiavano eleganti calle di palude e castagne d’acqua.
Insomma, niente a che vedere con quegli spazi dove prevale il verde di siepi ben potate  che esprimono rigore e precisione millimetrica. Qui tutto invogliava a pigre passeggiate, ad occasionali degustazioni  al passaggio accanto ai cespugli di ribes e di more rallegrati dalle grandi margherite bianche e dalle coste rosse della bieta.
Naturalmente per Oriolo tutto questo caos rappresentava un progetto ben preciso al quale lavorava notte e giorno, si può dire, con l’entusiasmo e la passione che animano coloro che svolgono un lavoro che amano. In più le sue scelte non erano solo estetiche o legate alle necessità della dispensa del castello, in modo più o meno palese Oriolo coltivava numerose piante che, si diceva, possedevano proprietà magiche.
Nel suo giardino artistico non mancavano, ad esempio, erba cipollina che è noto allontana il malocchio e camomilla che protegge e dona prosperità, calma e creatività. Oriolo aveva spesso sperimentato l’efficacia di questi rimedi magici e amici e conoscenti ricevevano spesso i suoi doni. Ora però aveva il grande desiderio di trasmettere le sue conoscenze a qualcuno che potesse proseguire la sua opera.
Inutile dire che – escludendo suo figlio e la nuora, poco appassionati di erbe e tantomeno di magia – coltivava la speranza di incuriosire la sua nipotina Rosella e alimentare in lei il suo stesso amore per il mondo naturale. L’imminente vacanza era un’occasione da non perdere e Oriolo si preparava a renderla indimenticabile.
Finalmente arrivò giugno e Rosella venne accolta con grande gioia al castello sul mare. Era già stata con i suoi genitori in quella grande dimora ma solo di passaggio, per qualche ora di chiacchiere con il nonno. La sua eccitazione era pari a quella del nonno, che amava molto e che non si stancava mai di ascoltare quando raccontava le sue celebri storie di fiori, insetti e meraviglie della natura.
La sua camera era stata ben pulita e la biancheria del letto profumava di sapone e lavanda. Palmira non stava più nella pelle all’idea di poter cucinare squisiti dolci che il palato della bambina avrebbero sicuramente apprezzato e fin dal primo giorno i pasti divennero una cerimonia ricca di gusti e di varietà.
La marchesa, data anche l’età, ormai mangiava sobriamente ma gradì queste spumeggianti offerte gastronomiche che rappresentavano una novità sulla tavola di ogni giorno. Oriolo, che sosteneva una bella fatica fisica tutti i giorni, apprezzò ancor di più e fece onore con frequenti bis alle preparazioni di Palmira.
Ma per Rosella, i momenti più belli della giornata erano quelli che trascorreva con il nonno. Fin dal mattino lo assisteva nei lavori facendo piccoli interventi sotto la sua affettuosa guida e godendo del sole, dei profumi inebrianti dei fiori e del mare. Scopriva il nome dei frutti, delle erbe ma anche degli insetti operosi alacremente impegnati a trasportare polline qua e là. Tutto le sembrava straordinario rispetto alle sue giornate cittadine e ai giardini pubblici dove campeggiavano i cartelli “Vietato calpestare l’erba”.
Qui il nonno, al contrario, la esortava ad accarezzare le erbe aromatiche e la invitava a sdraiarsi nell’erba per osservare il passaggio veloce delle nuvole spumose. Insomma ci volle ben poco perché Oriolo capisse di aver trovato l’allieva perfetta che avrebbe continuato a proteggere i segreti della magia verde e ad usarla a fin di bene.
I giorni passavano pieni di piacevoli impegni e si avvicinava la notte più importante dell’anno per la magia delle erbe: il 24 giugno festa di San Giovanni Battista e del solstizio d’estate, quando il sole si trova nel punto più alto del cielo, entra nella costellazione del cancro e le piante assorbono poteri particolari.
Oriolo aveva deciso che quell’evento sarebbe stata l’occasione più adatta per far avvertire in modo profondo a Rosella le buone qualità che le piante possono offrire all’umanità per trovare maggiore benessere. Era sicuro che la bambina non avrebbe più dimenticato quella notte magica.
La marchesa Ortensia aveva intuito che c’era un progetto nell’aria e, con il suo solito acume e i suoi modi diretti e franchi, aveva fatto confessare ad Oriolo le sue intenzioni. “Mi sembra una bellissima idea ma …” ammiccò la marchesa “… in fondo il giardino si trova nelle mie proprietà e … non vi autorizzo ad organizzare … proprio nulla se … non sarò invitata ad assistervi!”.
Oriolo era sbigottito. La marchesa aveva 85 anni e la sera si ritirava intorno alle 20  mentre la cerimonia della notte magica doveva avvenire tra le 23 e mezzanotte. Ma non esisteva possibilità di replica. Quando quella donna decisa faceva un’affermazione niente poteva fermarla. “Non pensavo vi interessasse” disse Oriolo con voce esitante “ma certamente sarò ben felice di coinvolgervi in questa piccola festa.
Ecco, bravo Oriolo. Mi chiedo solo perché in tutti questi anni mi abbiate tenuta all’oscuro di questa vostra pratica. Ma, suvvia, ora rimedieremo a tanto tempo sprecato.
E fu così che la vigilia della notte di San Giovanni la marchesa Ortensia, il giardiniere Oriolo e la sua nipotina Rosella si ritrovarono insieme nel giardino a raccogliere piante al culmine del loro potere, da utilizzare nel corso dell’anno nei rituali magici.
Era una notte di velluto e il lastricato dei sentieri era ancora caldo del sole intenso della giornata di piena estate. Le cicale avevano organizzato un gran concerto e le lucciole si davano da fare per illuminare discretamente i passi dei visitatori.
La voce di Oriolo guidava le mani intente alla raccolta: “ecco signora Marchesa, mettete nel vostro cesto questo alloro che dona forza e attrae denaro e un po’ di cannella che aiuta la guarigione.” Poi si volgeva a Rosella: “prendi questa lavanda che propizia felicità, amore e pace.”
Pian piano i cesti furono pieni di felci, verbena, iperico, chiodi di garofano, noce moscata e prezzemolo. E, ancora, rosmarino per purificare il corpo e la casa e salvia per la saggezza e prosperità.
Ma ora cosa ne faremo di tutto queste erbe magiche?” chiese Rosella completamente affascinata dall’avventura notturna e inebriata dalle fragranze. “Serviranno per aiutare noi e le persone bisognose ad attrarre benessere su di sé, ad accelerare guarigioni, a purificare e proteggere gli ambienti in cui viviamo” rispose Oriolo.
Il nonno prepara infusi e decotti” aggiunse la marchesa Ortensia “e Palmira brucia le foglie nei bracieri per profumare gli ambienti. La natura è una grande amica dell’uomo ma desidera essere ricambiata, altrimenti si vendica e, come tutti imparano,  è sempre lei a vincere le battaglie.”
“Sapete Oriolo” proseguì la marchesa “vi devo confessare che apprezzo da molti anni le vostre qualità di botanico artistico ma ho compreso quanto vale il vostro lavoro solo questa notte."
Anche Rosella era incantata dall’esperienza che il nonno le aveva fatto vivere e lo abbracciò con trasporto “Grazie nonno, non dimenticherò mai questa notte e tutte queste magiche erbe voglio ricordarle e tornare a raccoglierle con te. Tu mi insegnerai come utilizzarle?”
“Certo” rispose Oriolo gongolando per il successo del suo progetto “se vorrai potrai diventare anche tu una brava erborista! Ti insegnerò tutti i miei segreti.”
Possiamo iniziare subito nonno?”, chiese allora Rosella. “Vediamo” rispose Oriolo sorridendo “potremmo iniziare con l’olio magico. Ora prenderemo alcune di queste erbe, le metteremo in un vasetto di vetro ricoperte di buon olio di oliva e chiuderemo il coperchio con cura. Poi però avremo bisogno della collaborazione del tempo e della luna alla cui luce lo esporremo per due settimane. Infine potremo filtrare il nostro olio magico e riporlo per quando sarà necessario.”.
Bene!” esclamò la marchesa Ortensia che era stata ad ascoltare con grande interesse fino a quel momento “allora preparate un olio magico che mi tolga gli acciacchi degli anni e mi ridia l’energia della gioventù e io regalerò a vostra nipote il nostro bel giardino!”
“Non so se la magia può fare anche i miracoli …” rise Oriolo “ma data la posta in gioco, vi giuro che mi darò da fare!”. E, insieme, tornarono verso il castello per godere di una buona tazza di camomilla prima del sonno che certamente li avrebbe ristorati.

Bruna Ferrarese, gennaio 2013

1 commento:

  1. Sapori e profumi di un giardino di antica memoria. Il passo lento e la cura nella descrizione delle piante e delle ricette ne fanno un piacevole racconto di altri tempi.

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