domenica 6 aprile 2014

Soltanto una questione di colore

Salgo subito in auto. Speravo di superare velocemente il primo semaforo.
”Sì!  L’abbiamo passato.”
Ancora un altro: “Vai che è verde!”
Al terzo, tuttavia, ci dobbiamo fermare.
Ripartiamo di nuovo. Incontriamo curve e controcurve.
Una serie di dossi, affrontati in modo un po’ veloce, mi disturbano.
Ancora un altro e poi: ”Via libera!”
Una rotonda e quasi ci siamo.
E’ buio, ma in prossimità dell’ospedale l’illuminazione aumenta, si fa, via via, molto più intensa.
Mi sento un po’ rassicurata ma, avvicinandomi al P.S. il ritmo del battito cardiaco accelera.
Consegno il mio tesserino sanitario alla “reception” ed espongo il motivo della mia “visita”: il dito indice sanguina ancora, nonostante i numerosi strati di garza impiegati.
Il medico addetto col camice verde prima mi disinfetta, poi compila un documento e mi dice che dovrò attendere la chiamata del chirurgo.
Si attiva per il “triage” e mi assegna quindi il codice di gravità.
 Il suo colore mi tranquillizza: anche stavolta deduco che è andata bene, anche se dovrò aspettare, forse per molto, dipenderà dalle altre urgenze…meglio così! Se mi avesse dato il codice di colore diverso, sarei entrata subito, ma come?
Finalmente arriva il chirurgo che mi invita ad entrare in una sala attigua e mi fa stendere sul lettino.
“Un bel taglio, non c’è dubbio, ma non c’è nulla di lesionato. E’ stata fortunata: un po’ di colla, antibiotico per cinque giorni…Per quel che riguarda la vaccinazione antitetanica, vedo dal tesserino che è coperta fino al 2015”.
Nonostante il dolore e lo stress, sono quasi contenta e più rilassata.
Mi medica, mi consiglia inoltre di non bagnare la ferita per alcuni giorni e mi congeda.
Esco dalla sala del P.S. e trovo il volto preoccupato di mio marito.
Un sorriso da parte mia ed un incontro di sguardi che si parlano, comunicano con un particolare linguaggio, ma con uno stesso colore di occhi: verde.

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