venerdì 19 aprile 2013

Tic tac

Tic tac, tic tac, il tempo corre, tic tac, tic tac, corre sempre di più, le lancette sembrano ferme, invece si spostano con uno scatto ogni volta che trascorre un minuto; tic tac, tic tac, il tempo passa velocemente e di tempo non ne è rimasto. E’ troppo tardi e non so quale disperato tentativo mettere in atto per dominarlo o frantumarlo.
Tic tac, tic tac, i pensieri si accavallano, sono dominata dalla paura che mi stringe la gola e mi manca il respiro, sento il sudore scivolarmi freddo lungo la schiena. Devo calmarmi e riflettere.  Sono qui, seduta e immobilizzata sul pavimento con le spalle al divano, legata, imbavagliata, e … praticamente inutile.

Tic tac, tic tac, nella mente scorrono tutte le immagini dei film, dove la protagonista si è liberata, sì, ma come? O aveva convenientemente un coltellino nella tasca che, al momento opportuno riusciva a estrarre e usare per tagliare lo spago, oppure rompeva uno specchio e, nonostante i tagli, con i frammenti si slegava.

Tic tac, tic tac, qui non ci sono specchi e non ho un coltello nella tasca. Sono viva però e posso … devo farcela per Maggie.

Tic tac, tic tac, il tempo cola via e lui sta già andando a scuola con la lettera che lo autorizza a prelevare Maggie al mio posto; dirà che lo mando io perché sono ancora in tribunale, una causa è andata per le lunghe e gli ho chiesto questo favore.

Tic tac, tic tac, in tribunale ero l’accusa e sono riuscita a farlo condannare a tre anni di carcere salvando la moglie dalle sue botte e dalle sue violenze. Aveva giurato di farmela pagare, ma non pensavo arrivasse a tanto; non sapevo fosse già uscito dopo due anni per buona condotta. Per tutto quel tempo aveva pensato solo a vendicarsi. Mi ha sequestrato mentre stavo per uscire da casa e vuole punirmi colpendo quanto ho di più caro: mia figlia.

Tic tac, tic tac, l’ho pregato, l’ho implorato prima che m’imbavagliasse e mi facesse firmare il foglio bianco: se la prendesse pure con me, ma non con mia figlia. E’ stato tutto inutile, premendomi il coltello alla gola, sorrideva senza parlare, lo sguardo obliquo, sfuggente, non mi ha mai guardato direttamente come se avesse timore di incontrare i miei occhi.

Tic tac, tic tac, mi sono rimasti pochi minuti. Tic tac, tic tac, non ho lo specchio, non ho il temperino, ma ho l’orologio, da uomo, di quelli grandi.  Mi appoggio al divano e riesco a girare il polso e picchio sul pavimento. Un colpo solo, secco, altrimenti il cristallo andrà in mille pezzi, così invece si spacca in due e riesco a recuperare il frammento più grande tra pollice e indice e comincio a sfregare, sfregare. Tic tac, tic tac, sembra che ci voglia un’eternità, ma l’orologio della parete mi dice che è passato un solo minuto e intanto sfrego e sento che qualcosa di appiccicoso si mischia allo spago e alle mie mani, mi brucia, ma continuo a sfregare.

Tic tac, tic tac, un altro minuto se n’è andato, sono esausta, ma continuo, devo restare calma e concentrata, non pensare a Maggie e a quello che le può succedere, solo continuare a sfregare. Tic tac, tic tac, l’orologio si è mangiato un altro minuto, ma ecco, mi sembra che lo spago cominci a cedere. Tic tac, tic tac, si allenta e mi libero le mani e, mentre corro al telefono, mi tolgo la sciarpa dalla bocca e chiamo la scuola e racconto tutto e dico che poi chiamerò la polizia ma, per favore, non consegnate la mia bambina a quella canaglia.

Guardo l’orologio alla parete, mi sembra che sia passato un tempo infinito, invece sono trascorsi solo venti minuti. Tic tac, tic tac, ascolto il ticchettio, ma non può essere; il mio orologio nell’urto si è arrestato e quello alla parete non ha mai fatto rumore, tic tac, tic tac, capisco: sono i battiti del mio cuore che mi rimbombano nelle orecchie.

1 commento:

  1. Tic tac, tic tac, questo è un racconto che funziona per la trama, ma ha necessariamente bisogno di ritmo e dev'essere un ritmo accellerato. Anche se in qualche passaggio hai schiacciato il pedale del freno, rallentandolo un po', la tensione arriva e hai centrato il tema del tempo.
    Alla prossima :-)

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