“Davide, davvero ottima la
spigola di stasera! Come l’hai cucinata questa volta?”. Gli amici hanno
salutato da poco complimentandosi per la cena e Francesca sta riponendo i piatti
nella lavastoviglie mentre Davide fa la spola dal soggiorno alla cucina carico
di bicchieri.
“Eh, amore, sai che non rivelo
volentieri i miei segreti da chef…”, replica Davide sorridendo sornione.
“Che antipatico!” sbotta Francesca. “Però
quando mi hai chiesto la ricetta dei miei cannelloni, che fra l’altro è la
ricetta originale della nonna Caterina, la mia nonna Caterina, io non ho
fatto tanto la misteriosa.”
“È vero - riconosce Davide
sostando sulla porta della cucina – ma i tuoi cannelloni non sono altro che
una ricetta tradizionale. Avrei potuto trovarla con una breve ricerca in
Internet!”.
“Ah, è così che la pensi?”
Lo sguardo di Francesca è brillante, vigile. Del tutto scomparsa la stanchezza
della festa e dell’ora tarda, lo spunto per una disputa coi fiocchi è perfetto
e lei non è tipo da perdere buone occasioni per rintuzzare le velleità
maschiliste.
“È proprio vero che quando gli
uomini si mettono ai fornelli…”. Lascia volutamente la frase in sospeso. Un
attacco, ma mascherato dai puntini di sospensione così l’avversario – diciamo
pure il nemico - è portato ad
interpretare e svela i suoi punti deboli.
Davide ci casca con tutto il
cappello da chef: “cosa vuoi dire? Che gli uomini ai fornelli valgono meno
delle donne? Io cucino da quando avevo dieci anni e i pasti pronti da scaldare
al microonde ho incominciato a trovarli immangiabili!”.
“Calma, calma signor cuoco.
Volevo dire – gongola Francesca che ora lo ha condotto dove desiderava – che
ogni attività che le donne affrontano con perizia da millenni diventano imprese
epiche quando decidete di occuparvene voi maschietti.” Ha usato apposta il
diminutivo, ben sapendo quanto Davide trovi irritante la definizione
“maschietti” ma, ormai, la battaglia è aperta e lei sa di poter avere la
vittoria.
“Uhm, uhm” bofonchia
Davide che ha quasi finito di sparecchiare e ora sta sprimacciando i cuscini
del divano. “Però non puoi negare – controbatte Davide – che i grandi
chef sono uomini. Non può essere una coincidenza.”
Francesca è sbigottita e guarda
Davide come se fosse appena arrivato da Marte. “E tu non puoi negare che da
sempre nel 90% delle famiglie, e voglio essere generosa e non dire il 99%, c’è
un’ottima cuoca che sforna pasti almeno una volta al giorno, lo fa con
inesauribile fantasia, si occupa degli acquisti, delle pulizie e anche dello
smaltimento dei rifiuti, differenziati ovviamente. Il tutto come se fosse un
atto dovuto, non aspettandosi ad ogni pietanza le lodi entusiaste che voi
uomini pretendete ogni volta che cucinate un “perfetto” uovo à la coque. Quelle
donne, in molti casi, non lo fanno per
professione ma come doppio lavoro e
nemmeno retribuite”.
Davide guarda Francesca che ha le
guance arrossate dall’irritazione. Sta valutando se valga la proseguire la
discussione visto che sono quasi le 2 e domani la sveglia è puntata sulle
solite 6:45. “Va bene – Davide tenta la tregua – quasi tutte le donne
cucinano e la maggior parte lo fa abbastanza bene. Anche se tua madre …” si
lascia sfuggire Davide.
Francesca non crede alle sue
orecchie: “Cosa c’entra mia madre?! Lei ha cucinato benissimo finchè non ha
scoperto che mio padre aveva un’amante che al massimo gli preparava affettati e
pinzimonio! Ti ricorderai che quando ha
messo alla porta papà per reazione ha
anche smesso di impegnarsi in cucina.”
“Ok, ok amore non volevo
accusarla di niente. Però sarai d’accordo che ogni volta che andiamo da lei ci
propone affettati e pinzimonio” Davide cerca
di buttarla sullo scherzo. “E poi non era di questo che stavamo parlando. Ti
ricordi? Tutto è partito dalla mia ottima spigola e dal fatto che non volevo
rivelarti la ricetta.”
“Ah già” concorda
Francesca che ricomincia ad avere sonno “la ricetta della tua stupida
spigola e il fatto che gli uomini per ogni sciocchezza vogliono sentirsi
lodare”.
“Però gli amici hanno davvero
apprezzato...” Davide cerca di avere l’ultima parola ma ha fatto male i
suoi conti perché Francesca sente la vittoria a portata di mano.
“È vero “caro” Davide hanno
apprezzato la cena, tutta la cena! Ovvero le capesante gratinate, che ho
cucinato io, il cocktail di gamberetti con il melone, che ho preparato io, il
sautè di vongole, che è opera mia, il risotto ai frutti di mare, sempre firmato
da me, il carpaccio di frutta con crema
calda alle mandorle realizzato con le mie mani e – qui Francesca fa una
pausa ad effetto – “caro” Davide
hanno apprezzato anche la tua stupida spigola per cucinare la
quale hai impegnato la cucina per tutto il pomeriggio, ti ricordo!”
Davide è sopraffatto. Pensa che
Francesca ha ragione. Avrebbe dovuto darle subito la ricetta della spigola e
finirla lì. La avvicina sorridendo e le accarezza la guancia “Sono proprio
uno stupido, come la spigola!”.
Francesca sente smontarsi la
tensione. Va sempre a finire così, perché lo ama e le loro discussioni non sono mai distruttive. E poi,
alla fine, ha riconosciuto il suo torto pensa Francesca.
Davide la sta abbracciando e
sente la sua voce suadente che sussurra all’orecchio “però … amore … la
prossima volta metti meno sale nel risotto…”.
Si divincola dall’abbraccio e ha
già lo sguardo fiammeggiante ma Davide sta sghignazzando mentre la osserva con
ironia: “scherzavo, scherzavo…” ma forse non del tutto, medita fra sé.
Proprio un bel duetto, dove entrambi vogliono fare l'ultimo acuto. Certo i personaggi non sono simpaticissimi, lei petulante e lui presuntuoso, ma sono reali. Infatti si son trovati.
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