domenica 6 ottobre 2013

Che fare?

Cristina aveva lavorato tutto il giorno nell’ ufficio che dirigeva e aveva sudato le proverbiali sette camicie per tenere a bada le segretarie e i clienti che la stordivano con le loro continue richieste.
Con oltre un’ora di ritardo si avviava verso casa. Viveva in una villa il cui lusso rispecchiava la sua posizione di dominio sulla città; era circondata da un giardino curato ad arte in modo da renderla unica rispetto ad altre dimore cittadine.
Parcheggiata l’auto, Cristina notò con disappunto che la camicetta di seta blu che le stava tanto a cuore era tutta bagnata di sudore. Appena entrata in casa corse in bagno a cambiarsi, ma il bagno era allagato.
-          Oddio cosa è successo? E ora mi toccherà chiamare il custode e fargli trovare urgentemente un idraulico. Che sfortuna mi doveva capitare proprio questa sera!
Il pensiero corse a Tommaso.
Da tempo coltivava il pensiero di una serata romantica con lui nella sua dolce dimora e quell’incontro, che con gran maestria era riuscita a strappargli, era fissato proprio per quella sera. Accidenti, non ci voleva proprio.
Digitò nervosamente il numero del custode, ma il suono di occupato le risuonò nell’orecchio.
Guardò ansiosa l’orologio: tra meno di un’ora Tommaso avrebbe suonato al cancello del suo giardino.
Riprovò a contattare il custode sul suo numero di cellulare, ma la segreteria comunicò che l’utente non era raggiungibile.
Le Otto e un quarto. Per le nove tutto doveva essere a posto.
Digitò nuovamente il numero di casa: finalmente suonava libero, sì forse poteva ancora farcela. Uno due,dieci, venti, trenta squilli….nessuno rispondeva. PERCHÉ ? Il turno del portiere non era ancora terminato, doveva rispondere !
Respirò profondamente , una donna in carriera come lei non poteva perdersi in un bicchier d’acqua, anche se l’acqua proveniva dal suo bagno nuovo fiammante.
Giusto il bagno! Andò a guardare la situazione: il velo d’acqua sul pavimento della stanza incriminata stava diventando sempre più consistente.
No non poteva arrendersi, ma sì come non averci pensato prima. Tutto il giorno lavorava sul computer e con internet, lì una donna efficiente ,come lei si considerava , avrebbe trovato un’immediata soluzione.
Digitò “pronto intervento idraulico”, dopo un attimo le comparve una maschera :per quale città l’intervento ? La inserì, ecco era fatta , con un pizzico di fortuna poteva ancora farcela.
Attese qualche istante, ma sul monitor comparve un’altra videata con la richiesta della tipologia di struttura che si desiderava contattare. Scorse rapidamente le possibilità e scelse la più idonea pronta a digitare sul suo cellulare il numero del pronto intervento che presto le sarebbe apparso sul video. Una nuova maschera apparve: quale stanza della casa era interessata ? In un secondo scrisse “bagno” e lo sguardo le corse all’orologio: le otto e trenta! Nell’attesa del numero incitò il computer ” su dai forza sbrigati” Ma apparve sul video una pianta da comporre con l’indicazione dell’ubicazione esatta dei sanitari e la posizione del presumibile guasto. Per essere Pronto Intervento avevano bisogno del maggior numero di informazioni per giungere subito con il pezzo da sostituire .
Stampò la piantina e corse in bagno a disegnarla bagnandosi tutti i piedi, poi ritornò a sedersi davanti al PC per inserire i nuovi dati, ma sentì uno squillò. Trasalì non poteva essere Tommaso aveva ancora mezz’ora di tempo . Era il telefono, si alzò con i piedi gocciolanti e andò a rispondere.
Era il portiere.  Aveva avuto un disguido col cellulare e appena rientrato da una chiamata aveva trovato in segreteria telefonica la sua chiamata. Non s’intendeva di idraulica, ma un suo conoscente che abitava nell’isolato accanto era un idraulico in pensione, sarebbe andato a prenderlo e nel giro di dieci minuti sarebbero arrivati per risolverle il problema .
Tornò a visionare la situazione del bagno: stava peggiorando, doveva fare qualcosa per impedire che l’acqua si propagasse al resto della casa.
 Prese tutti i giornali che poté raccogliere in salotto e li gettò per terra, ma l’acqua era troppa e i giornali s’impregnavano subito. Ci voleva dell’altro.
Stava riflettendo sul da farsi quando il portiere suonò al citofono. Gli aprì il cancello e socchiuse il portone di casa.  Corse in lavanderia, prese degli stracci e un secchio. . ma come fare per  raccogliere l’acqua ? Suo malgrado si inginocchiò e cominciò a raccoglierla con gli stracci e il secchio. Sentì i passi dei suoi salvatori alle spalle e si alzò grondante per far spazio al loro intervento.
- Che bella camicetta di seta. Il blu ti dona, risalta il colore dei tuoi occhi


Era Tommaso che arrivato in anticipo aveva trovato aperta la porta di casa, ma non solo , anche quella del cuore di Cristina.  

2 commenti:

  1. Il racconto è scritto bene, ma ci sono delle incongruenze e, secondo me, la fine tradisce le aspettative. Manca, per intenderci, il colpo di scena e non c'è una vera conclusione.
    Parliamone :-)

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  2. Il racconto della donna in carriera alle prese con i problemi idraulici mi è piaciuto e mi ha intrigato. Anche le descrizioni sono giuste. Ci sono dei piccoli errori di punteggiatura e di coniugazione verbi. Sono d'accordo con Anna per quanto riguarda il finale: mi sembra troppo affrettato, prima dell'ultima frase, inserirei una svolta per far alimentare il lieto fine.

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