sabato 2 novembre 2013

Nyx

Nyx apre gli occhi e spalanca le ali. E’ arrivato il suo turno, ora deve portare il buio nel mondo, far cadere le tenebre anche nei luoghi più soleggiati. Si alza in volo leggiadra - la figlia di Chaos - e inizia la sua danza nel cielo, lasciando una scia di nero e blu intenso. Cammina silenziosamente sulle nubi tinte di rosso, arancio, giallo, ultimi segni del passaggio di Hemera, sua figlia, dea del giorno, dispensatrice di luce. Aspetta silenziosamente che Apollo,il luminoso, con il suo carro abbagliante scompaia dietro l’orizzonte e torni all’Olimpo. Appena lo vede salire nel cielo per raggiungere la sua dimora celeste, Nyx inizia la sua discesa sul mondo.


Sfiora lentamente il suolo con i piedi velati di scuro. Gli alberi si addormentano al passaggio di Nyx. Sotto lo sguardo attento di Artemide, dea della luna, Nyx fa calare il buio assoluto e poi rischiarato dalla luce lunare. Segue le strade percorse durante il giorno da mercanti, famiglie, soldati; di solito non incontra nessuno, quando arriva il suo momento gli uomini sono già a casa con le lampade accese e i focolari che riscaldano i loro corpi stanchi. Nyx è sorpresa di vedere un uomo arrancare, affaticato dal peso della sacca che porta sulla spalla. Si ferma a qualche passo da lui e lo osserva, attenta a non avvicinarsi troppo per non ucciderlo: Nyx sa che la sua aura di potenza annienterebbe l’umano, polverizzandolo come cenere nel vento.  E’ affascinata dalle gambe tremanti del vecchio, dalle braccia che si sforzano per trattenere il sacco. Per lei la fatica non esiste, lei è immortale, figlia prediletta di Chaos, più antica e potente di dei, titani e giganti. Mentre lo guarda con gli occhi aperti – due pozzi profondi di blu – il mercante si gira come se avvertisse la presenza dell’essere immortale. L’uomo si guarda intorno, cercando di capire, ma non vede nulla. Nyx è un’ombra nell’oscurità, le sue ali argentee con schizzi di porpora e indaco chiuse strette dietro la schiena.
Mentre il mercante riprende a camminare per la sua strada, rabbrividendo involontariamente, Nyx si alza in volo, le immense ali spiegate nell’aria fresca della notte. E continua a seguire l’uomo in un gioco di luci e tenebre.
Un lupo ulula in lontananza,la bestia sacra di Artemide corre veloce nei boschi seguendo inesorabilmente la sua preda. Il mercante sente l’ululato e aumenta il passo, arrivando quasi a correre. La sacca gli rimbalza sulle spalle, creando un rumore costante, piacevole per Nyx, sempre immersa nel silenzioso buio della notte. L’uomo supera il bosco ma Nyx si ferma, conscia della bestia che la guarda con occhi gialli brillanti. Lo sguardo magnetico del lupo la segue senza paura, Nyx sente le sue labbra curvarsi verso l’alto, sa che l’animale è stato mandato dalla cacciatrice d’argento, Artemide l’Immortale, figlia di Zeus, per assicurarsi che Nyx svolga solo il proprio compito, senza giocare con la sorte degli umani. Ma questa notte Nyx ha altro da fare, alza la mano avvolta dal mantello nero, color abisso, con rivoli di oscurità che scendono lentamente. Accenna un saluto al lupo. La bestia abbassa la testa in segno di riconoscimento e si gira , scomparendo nella profondità della foresta – la pelliccia bruna con schizzi d’oro oscilla lievemente nel vento.
Nyx scorge in lontananza il fumo di un camino e vede il mercante alzare la testa stanco. Lo guarda correre negli ultimi passi verso la casa e bussare alla porta. Una donna piuttosto giovane con i capelli che cadono morbidi sulle spalle gli apre la porta, lo abbraccia e gli prende la sacca piena di mercanzia ; una piccola bambina dagli occhi larghi e innocenti gli salta in braccio. Nyx sente le risa della donna e avverte la felicità della piccola bimba mentre posa il capo sulla spalla del padre. La porta si chiude e Nyx continua a distribuire il buio su tutta la terra. Ora è triste, lei non ha mai avuto affetto, amore. La sua è un’esistenza solitaria, i suoi innumerevoli figli, tutte creature eterne sono privi di sentimenti. Una nuvola oscura il sentiero di fronte a lei e la temperatura si abbassa ancora. Il vento spira più forte, è mezzanotte l’ora più buia del cammino di  Nyx. Il suo compito è finito. Una civetta canta in lontananza, il saluto di Atena, la dea guerriera, dea della strategia e della sapienza, dai meravigliosi occhi azzurri. Nyx le fa eco cantando una canzone triste, cupa, ignota.
Lentamente Nyx si dissolve in polvere nera, il suo corpo ritorna al Tartaro. La civetta canta per l’ultima volta nel vento, poi si alza in volo e si posa sulla spalla del lupo, affacciato alla soglia della foresta. Guardano entrambi il punto dove Nyx è scomparsa. Quindi tornano dalla propria padrona immortale, nella quiete della notte.

3 commenti:

  1. Il racconto è potente ed evocativo, mescola sapientemente le influenze mitologiche e del fantasy moderno. Come ti ho già detto a voce, ci sono delle ripetizioni e, secondo me, non è necessario precisare tutto quanto, per esempio di chi sono figlie le varie dee citate. Ma sono veramente dei peccatucci veniali. Brava!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Il tuo racconto mi piace, ma anch'io, come Miriam, sfronderei un po' per renderlo più leggero, più fluido.
    Per il resto: "chapeau!". Sei giovanissima e avrai (te lo auguro vivamente) un avvenire pieno di soddisfazioni.

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