martedì 10 dicembre 2013

Ma quale Natale!

Giulia guardava il mare in burrasca attraverso la grande finestra del soggiorno. Amava molto quella vista. Quando si era trasferita qui aveva deciso di non mettere le tende alle finestre.

Voleva godersi il panorama del mare, al di la della strada costiera, proprio di fronte alla sua casa. Il suo solo cruccio era quello di non poter sentire lo scrosciare delle onde a causa dell’intenso e continuo traffico.
Era il giorno di Natale. La sera prima aveva ricevuto la telefonata di suo marito che si trovava al lavoro su un cantiere di perforazione. “Verro’ a casa domani per l’ora di pranzo”.
Da quando erano sposati quello era il primo Natale che avrebbero trascorso da soli. Gli anni precedenti avevano passato le feste a casa dei suoceri. Da qualche tempo pero’ erano riprese le ricerche e suo marito non poteva assentarsi. Nell’ultimo periodo tornava a casa soltanto ogni due settimane, quando aveva il sostituto. Quel tipo di lavoro non poteva essere fermato nemmeno per grandi ricorrenze.
Giulia aveva preparato un buon brodo e fatto i tortellini. Suo marito era un buongustaio; ci teneva alle tradizioni. Aveva gia’ apparecchiato la tavola con una bella tovaglia natalizia. Tutto era pronto.
Aveva dato la pappa al bambino e lo aveva messo a letto per il sonnellino pomeridiano. La mattina si era svegliato molto presto, sperava che adesso avrebbe dormito per un bel po’.
C’era proprio l’atmosfera della festa. La sera prima erano persino passati gli zampognari sotto le sue finestre.Era tanto tempo che non li sentiva, ma qui in Abruzzo non potevano mancare.
Si era anche vestita elegante. Doveva solo aspettare l’arrivo di suo marito e poi si sarebbero messi a tavola.
Queste attese le provocavano sempre una certa ansia e, anche se era sposata da cinque anni, non riusciva proprio ad abituarsi a questo andirivieni di suo marito. Eppure lo sapeva da quando erano fidanzati che il lavoro da geologo lo avrebbe portato spesso lontano.
Ma ora stava per arrivare, era quasi l’ora di pranzo, tra poco avrebbe sentito la chiave nella toppa e........driiin....uno squillo di telefono: “Pronto”. “Cara sono io, abbiamo avuto problemi sul pozzo, non riesco a venire a casa prima di domani, Buon Natale amore!”
Buon Natale? Ma quale Natale! Adesso avrebbe mangiato un panino in cucina lasciando la tavola apparecchiata e sarebbe andata a dormire accanto al suo bimbo. Piu’ tardi se fosse calato il vento lo avrebbe portato a fare una passeggiata sul lungomare.

Natale per lei sarebbe stato domani, con tutta la famiglia riunita, non certo oggi.

1 commento:

  1. Quando ci vuole, ci vuole, Sei stata fin troppo garbata! condivisibile la solitudine della protagonista proprio il giorno di Natale.

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