lunedì 2 dicembre 2013

Natale

Antoine, ha appena incontrato quello che sembra essere l'amore della sua vita  quando, un soffio d'aria gelida la colpisce alle gambe: sono centinaia d'aghi, tanto sottili da non lasciare traccia che la pugnalano; ne segue la scia immaginaria, ma il suo sguardo viene bloccato sulla porta che si sta già chiudendo alle spalle di un cliente.
Gaia siede a quel tavolo da dieci minuti, beve un sorso del the nel quale galleggiano i riflessi delle luminarie sospese sulle strade. Sembrano collane preziose al collo di giganti dame invisibili che partecipano a una festa.
Gaia aspetta e guarda, attraverso il vetro, la sua città mai così bella come in questo periodo.
Per fortuna, nel disordine della sua borsa affollata c'è sempre un libro e, in questo c'è il destino di Antoine pronto per essere svelato.
Ma, un nuovo spiffero la distrae: è Lucia  che finalmente è arrivata. Dietro di lei entrano fiocchi di neve che si rincorrono per qualche attimo intorno alla sua figura prima di cadere e dissolversi sul pavimento bagnato.
Gaia si alza e agita un braccio per attirare la sua attenzione.
Nonostante le lenti appannate, Lucia la vede, la raggiunge e si libera della borsa, gettandola sulla sedia, per abbracciare l'amica.
«Ciao cara, è da tanto che aspetti?»
«Tranquilla, solo qualche minuto.»
Sfila i guanti, toglie il cappotto, il cappello, srotola la sciarpa dal collo e, uno a uno li getta sulla borsa e siede di fronte a Gaia.
«Che cosa le porto?» chiede a Lucia lo stesso cameriere che poco prima ha portato il the.
«Un cappuccino, grazie.» gli risponde Lucia che neanche lo guarda.
«Ma hai visto che traffico?»
«Capirai! È il 23 dicembre, che cosa ti aspettavi? Strade deserte?»
«Io proprio non lo sopporto il Natale, si spende troppo, si mangia troppo, è la festa del troppo.».
 «Può darsi ma è anche un'occasione…»
«Come no, un'occasione per i commercianti che si riempiono le tasche.»
«Ma io volevo dirti che è un pretesto…»
«Già! Il pretesto per rimpinzarci come oche e il nostro fegato avrà paura di essere
messo in un barattolo e venduto come foie gras nelle rosticcerie.»
«L'albero di Natale è…»
«Cavolo! Lo addobbi mettendo tutte le sfere alla giusta distanza l'una dall'altra facendo attenzione che le palline dorate siano sempre separate da quelle di un altro colore per evitare fastidiose sbavature. Ci vuole così tanto tempo e pazienza che al confronto il cubo di Rubik è un gioco da ragazzi. E poi? In quattro e quattr'otto arriva la befana e devi disfare tutto.»
Gaia tenta ancora una volta di dire la sua accennando alla loro infanzia, ma Lucia la interrompe ancora e riparte con considerazioni sui bambini di oggi che si isolano e diventano obesi perché passano il tempo davanti a un video facendo giocare personaggi virtuali.
C'è del vero in tutto quel parlare, ma vorrebbe riuscire a dirle che un lato positivo c'è sempre, c'è in tutto quello che ci circonda.
C'è nelle persone, c'è nelle esperienze e c'è anche nel Natale.
Gaia conosce bene la sua amica, conosce la sue manie, la sua precisione, sa che quel cinismo è solo un nascondiglio, è un trucco.
Rassegnata ad ascoltare, prende un foglio, la penna e si mette a scrivere.
«Che cosa scrivi?» Le chiede Lucia dopo un altro po' di monologo.
«E' il tuo biglietto d'auguri, adesso scusa, ma è tardi, devo proprio scappare.»
Si abbracciano, si augurano Buon Natale, si scambiano i regali e la promessa di vedersi presto. Poi, come sempre, ognuna va per la sua strada.
A mezzanotte del 24 dicembre, Lucia è con la sua famiglia. Sono tutti pronti per
aprire i propri pacchetti e le carte rosse, d'oro, e d'argento che li avvolgono finiranno
appallottolate e gettate via perché, anche se così belle da sembrare preziose, altro non sono che un involucro che ha già terminato la sua funzione.
Infilato sotto il nastro del regalo, che le ha fatto Gaia, c'è il biglietto, ma per non rischiare di rovinarsi la sorpresa, preferisce leggerlo dopo averlo scartato.
È un carillon che al giro della piccola manovella rilascia note metalliche che, lievi lievi le solleticano l'udito. Sono i Beatles e lei li adora.
"Chissà dove l'ha scovato" Pensa poi legge il biglietto e, questa volta, è Gaia a lasciarla senza parole:

Non sforzarti di pensare a dove l'ho trovato, anch'io ho i miei segreti.
Buon Natale.
Gaia.

 P.S.

Il Natale mi dà sempre l'occasione di pensare a te in modo speciale, cercanti il regalo adatto è un modo per ricordarmi che la nostra amicizia resiste anche se entrambe siamo prese da mille impegni e sempre grazie al Natale ho avuto il pretesto per incontrarti.
In questo momento siamo sotto un albero illuminato, non è lo stesso abete ma so che, come me, vedi brillare la gioia negli occhi dei tuoi bambini ed entrambe sorridiamo felici.

6 commenti:

  1. ma non ho capito una cosa..... chi è e cosa centra Antoine??????

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    1. Antoine è il protagonista del libro che legge Gaia mentre aspetta Lucia.
      Ho utilizzato questo sistema per far immaginare Gaia al lettore senza dirgli esplicitamente che cosa sta facendo.

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  2. Il racconto ha in se vari passi evocativi e di effetto che mi sono piaciuti tantissimo: riflessi nel the, collane luminarie, la neve, mi sembrava di essere in quel bar. Come al solito devo tirarti le orecchie perché non rileggi: Rubik ha la maiuscola, Antoine è sempre Gaia, immagino! Poi ci sono due riflessioni che mi hanno preparato la bocca come la cioccolata in attesa della panna e invece la panna non l'hai messa. Mi riferisco a: “ha appena incontrato a quello che sembra l’amore della sua vita” e poi non e parli più, a che serve? e al libro in cui c’è il destino di Antoine pronto per essere svelato. Quando lo sveli? E se non lo sveli a che serve? E’ una bella immagine però che puoi usare in un altro racconto. Per il resto il racconto è perfetto.
    Emoziona e coinvolge il sentimento dell’amicizia senza che lo racconti.

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    1. Se due su due si sono incartati su Antoine vuol proprio dire che qualcosa non funziona :-( E' vero che ho creato una falsa aspettativa iniziando da Lui, ma, il giochino, era voluto. Mi schiarisco le idee e ci riprovo; su rubik invece c'è poco da chiarire vado subito a correggerlo :-)

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  3. Hai tratteggiato con grande efficacia il personaggio di Lucia: la fiera delle banalità che ascoltiamo fin troppo spesso. Trovo buona l'idea ma - è solo una opinione - sarebbe ancora meglio se asciugassi alcune descrizioni che non aggiungono molto al racconto. Concordo sul riferimento ad Antoine dell'inizio: non è chiaro che Gaia sta leggendo un libro nell'attesa.

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  4. concordo sull'inizio, anzi penso che il racconto funzioni bene senza il primo pezzo "Antoine, .... già chiudendo alle spalle di un cliente". il resto OK

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