giovedì 16 gennaio 2014

Un gran bravo ragazzo

La luce del sole filtrava polverosa tra le aste un po’ sconnesse delle persiane azzurro sbiadito rendendo piacevolmente soffusi i contorni dei mobili nella stanza da letto. Marco ipotizzò fossero le quattro del pomeriggio e, appena formulato il pensiero, le campane della vicina chiesa di San Giovanni rintoccarono con il consueto fragore. Uno, due, tre, quattro, contò Marco soddisfatto di aver indovinato.
Aveva dormito esattamente due ore, godendosi il fresco della camera che era stata dei nonni nell’antica casa di famiglia che ormai veniva usata solo per le vacanze. E pensare che da bambino il “riposino” pomeridiano era sempre lo spunto per vivaci discussioni con la mamma che aveva stabilito la regola inappellabile che permetteva di rinviare alle ore meno calde la discesa in spiaggia con annesso breve bagno sempre restando “dove si tocca”.

Oggi, pensò Marco con un lieve sorriso sulle labbra, non serve più l’imposizione della mamma. Il suo corpo rifuggiva dal sole sfacciato di luglio e la sua naturale prudenza gli sconsigliava di bagnarsi in mare - non aveva mai imparato a nuotare - prima di essersi assicurato una piena digestione, favorita dalla quotidiana pennichella.

D’altronde Marco aveva impostato la sua vita in modo da correre meno rischi possibili per la salute e in questo l’educazione impartita dalla mamma era stata preziosa. Mai avrebbe pensato di omettere di lavare i denti dopo ogni pasto (“gli zuccheri ti faranno cadere tutti i denti”), masticare lentamente (“la prima digestione si fa in bocca”), mettere la sciarpa ben avvolta intorno al collo d’inverno e la maglietta della salute in ogni stagione. E, naturalmente, non immaginava neppure di poter uscire di casa con la biancheria intima in disordine (“metti che ti capiti un incidente e ti devono ricoverare in ospedale, che figura fai?”).

Qualche “amica quasi fidanzata” si era lamentata di queste sue regole di vita trovando un alibi per lasciarlo prima ancora di prenderlo. Una lo aveva addirittura definito ipocondriaco quando, in vista dei soliti controlli annuali di routine, aveva manifestato la preoccupazione di avere qualche serio problema cardiaco. C’era poco da scherzare, aveva argomentato Marco, di recente si era rotto l’ascensore della sua abitazione e aveva dovuto affrontare la salita fino al terzo piano, tutti i giorni per una intera settimana, accorgendosi di avere il fiatone e le palpitazioni!

Vabbè, poi il medico lo aveva rassicurato dicendogli che si trattava del fatto che era totalmente fuori allenamento, raccomandandogli di inserire nella sua routine quotidiana almeno una breve passeggiata di buon passo. Su questo la mamma non aveva mai dato indicazioni, anzi lo sport faceva sudare e quindi era sconsigliabile. Però il suo cuore si era mostrato affaticato, non se lo era inventato, altro che ipocondriaco!

Nella piacevole frescura della stanza i pensieri di Marco divagavano e, come nuvole che il vento straccia e compongono sempre nuove immagini, creavano collegamenti inediti e arditi. Ecco che, ad esempio, ora Marco sta riflettendo alla sua vita sentimentale, inesistente.

D’altronde gli incontri con le donne erano sempre più difficili e trovare l’anima gemella non era un gioco da ragazzi. Anche quelle che sembravano adatte e con le quali si era potenzialmente “fidanzato”, si erano rivelate una delusione. Troppo indipendenti, troppo interessate alla loro libertà e troppo poco a dedicarsi a lui e alla sua felicità.

La mamma, rifletteva Marco, era stata molto chiara in proposito: “il compito principale di una donna dev’essere quello di rendere confortevole la vita del suo uomo e aiutarlo a riuscire nella vita e nella professione”. Sfortunatamente, ogni volta che aveva espresso questa filosofia di vita alle potenziali fidanzate nel migliore dei casi erano scoppiate a ridere e, nel peggiore, lo avevano letteralmente fulminato, e non solo con lo sguardo.

Non capivano di perdere una rara opportunità. La mamma glielo diceva di continuo “tu sei un bravo ragazzo, con sani principi morali, hai un lavoro, la mia casa un giorno sarà tua e per le vacanze è sempre disponibile la casa dei nonni al mare. Qualunque donna di buon senso non si farebbe scappare una simile occasione.”

Ecco, si rasserenò Marco, non doveva preoccuparsi perché prima o poi l’amore giusto sarebbe arrivato. Si accinse ad alzarsi dal comodo letto e, in quella, sentì bussare alla porta. Sorrise, già sapendo di cosa si trattava. Infatti, se c’era una cosa sulla quale poteva fare affidamento anche ora che aveva cinquant’anni era la puntualità della cara mamma. E sollecito rispose con voce grata: “Si, mamma sono pronto per la merenda, arrivo subito.”

3 commenti:

  1. E pensare che, all'inizio, pareva potesse anche piacermi questo tuo personaggio.
    Ma è stato proprio solo all'inizio :-))
    Bella la tua "caricatura" che spesso "caricatura" non è.
    Sono inciampata solo un paio di volte nella lettura:
    la prima volta sul verbo "annesso" non perchè sia scorretto, ma in quel contesto mi suona male
    la seconda sulla frase - non aveva mai imparato a nuotare -

    Ciao!!!

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  2. Molto divertente il cocco di mamma tratteggiato in modo realistico. Si legge piacevolmente senza intoppi. Ah, queste mamme dei maschi, che disastro!

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  3. Divertente e comico, di lettura piacevole, potrebbe avere come titolo "Ciò che le ragazze devono conoscere di un uomo".
    I luoghi comuni sono evidenziati senza annoiare, anzi, diventano un pretesto per farci sorridere.

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