Senti il fresco dell’acqua tutta intorno e il caldo sulla pelle.
Immobile, sospesa, a
braccia larghe, fai “il morto”.
Sorridi al ricordo di
te bambina che ascoltava le istruzioni di tuo padre che ti consigliava
di restare perfettamente immobile, permettendoti, in questo modo, di rimanere a
galla.
La scoperta fu così
straordinaria che, per l’emozione, annaspando impacciata, andasti subito a
fondo.
Da allora, appena ti
capita l’occasione, ti fai abbracciare dall’acqua e rimani ferma, accarezzata
dalle onde, cullata dal loro lento e dolce dondolio, sempre uguale, eppure
sempre diverso, come ora.
Ascolti le voci che
arrivano attutite dalla spiaggia, in lontananza.
Odori la posidonia
che incontra il tuo viso; qualche ciuffo, spinto dalle onde verso la
battigia, passa oltre dopo averti sfiorato.
Immagini di guardare
dall’alto: una piccola zattera sull’acqua trasparente, i pochi ombrelloni
colorati, i pini marittimi piegati verso ovest dal vento che spira
sempre nella stessa direzione, con le fronde che sfiorano le dune.
Piano piano ti sembra
di essere trasportata altrove, sono i pensieri che si liberano e ti
portano lontano.
Il rumore del motore
di un aereo, appena decollato, bussa alla tua mente e ti riconduce
indietro.
Apri gli occhi anche
perché improvvisamente non senti più lo stesso calore sulla pelle: infatti, una
nuvola di passaggio copre il sole; è bianchissima, sembra bambagia. La segui
con gli occhi mentre si trasforma continuamente e, alla fine, si sfilaccia in
più parti, mentre all’orizzonte ne arrivano altre più piccole.
Ripensi all’antico,
ma sempre rinnovato gioco che si faceva da ragazzi: attribuire un nome
alla nuvola, mentre cambiava continuamente la sua forma.
Nel frattempo, le
gocce sul viso si sono asciugate e la pelle ti prude a causa del sale.
Giri lentamente il
capo e lo sbrilluccichio che producono le piccole onde, ti richiama i suoi
occhi verdi con le pagliuzze dorate.
Guardi a riva e lo
vedi sonnecchiare sotto l’ombrellone mentre ascolta la musica attraverso gli
auricolari.
Intanto, qualche onda
più alta, mossa dal passaggio delle imbarcazioni in mare aperto, ti trascina al
largo verso ovest, allontanandoti ancora di più dalla spiaggia.
Tendi l’orecchio per
ascoltare il mare sopra la vibrazione del vento. Fa il più dolce dei sussurri,
come il ricordo di un ricordo. È questo essere felici?
Richiudi gli occhi,
ora c’è silenzio, ti si spalma addosso lentamente, a strati, come una spatola che
stende la crema sulla torta.
Potresti perderti:
senza trovare la direzione o la via del ritorno, perderti volutamente,
dimenticando chi sei o perderti per riscoprirti.
Perché in terza persona anziché in prima?
RispondiEliminaMi aspettavo la domanda! Grazie. Avevo scritto inizialmente in prima persona, però volevo anche sperimentare e siccome la seconda persona dicono tutti che è difficile da usare, qui mi sembrava potesse starci una me che guarda con affetto a se stessa oggettivando. Ci ho provato.
RispondiEliminaPenso che ponendosi all'esterno di se stessi, a volte, si riesca a vedere meglio una realtà oggettiva che altrimenti non si coglierebbe. Perciò, secondo me, bene ha fatto Miriam ad estraniarsi da se stessa per sorprenderci e descrivere, in modo poetico, le sue sensazioni, emozioni, incertezze...in terza persona, appunto.
RispondiEliminaGiusto! In seconda non in terza, sorry!
RispondiEliminaSono indecisa... é bella l'immagine e anche quello che evoca, ma cosí è come se ti rivolgessi al lettore e il lettore si chiede: «ma? dici a me?» «Parli di me?»
Mumble, munble... Vado a riflettere :-)
anche a me all'inizio ha confuso questa seconda persona ma dopo averlo capito ho apprezzato
RispondiEliminaSì, Anna, hai ragione, in seconda e non in terza (si è creata un po' di confusione). Sempre secondo me, la seconda persona le ha permesso un atteggiamento più confidenziale nei confronti
RispondiElimina"dell'altra me"...
Molto ben scritto. Amo "fare il morto" e sperimento proprio le sensazioni che hai reso con grande efficacia.
RispondiEliminaSolo, nel penultimo paragrafo, mi fermerei a "ti si spalma addosso, lentamente." perchè l'accenno alla crema sulla torta lo trovo dissonante rispetto al contesto.
ben fatto! decisamente interessante e azzeccato l'uso della seconda persona.
RispondiEliminaMi piace l'uso del tu...
RispondiEliminaRiporta sull'attenti ...continuo a leggere... non mollo...
non stanca...anzi....