La conservavo da quando
ero bambino, dal giorno,
ormai tanto lontano, in cui l’avevo trovata
in riva al mare.
Passeggiavo guardando
le onde altissime, figlie del vento
di maestrale; raccoglievo sassi e conchiglie che lanciavo con rabbia verso
di loro colpevoli, a parer mio, di avermi rovinato la giornata impedendomi di
incontrare gli amici con i quali avevamo organizzato, da molti giorni, una gita
in barca.
Mi era capitata fra le
mani per caso e fu un caso o forse il
destino a bloccare il movimento del mio braccio, a evitare che la mie dita si aprissero
per liberare
quello che, stretto nel pugno, era troppo piatto per essere una conchiglia e
troppo regolare per essere un sasso. L’avevo
guardata, tenendola nel palmo, ma il suo unico occhio non aveva ricambiato il
mio sguardo e continuava a guardare fisso davanti a sé, girandola avevo
scoperto un grosso uccello che guardava dalla parte opposta.
Sembrava antica, il metallo era levigato e
consumato dal tempo, ma aveva mantenuto il calore prezioso dell’oro, si
distinguevano ancora le immagini sulle due facce:
da un lato un profilo
dal naso leggermente adunco, la barba ricciuta e un elmo a coprire il capo,
dall’altro un’aquila che appoggiava un artiglio sulla lettera R e l’altro sulla
A. La O e la M al centro completavano la parola: ROMA.
Nessuno sapeva della
sua esistenza, se avessi svelato il mio segreto, ne ero certo, avrei perso il
mio tesoro ed’era rimasta nascosta e custodita in una vecchia scatola di latta
per tutti quegli anni.
Le avevo attribuito la fortuna che
mi aveva sempre accompagnato riempiendo la mia vita più di giorni felici che di
giorni tristi, ma tra poco, lo sentivo, alla mia porta avrebbe bussato qualcuno che nessuno
vuole incontrare e sarei
partito senza poterla portare con me.
Dovevo trovare un nuovo custode per
il mio talismano e avrei scelto tra i miei nipoti.
<< Qual'è il tuo sogno?
>> Avevo chiesto a ognuno di loro.
Non c’era una risposta giusta e una
sbagliata, ma quella moneta oggi è diventata un sogno per l’unico dei ragazzi che di sogni ancora non
ne aveva, quello ancora capace, spero, di scorgere la sua vera ricchezza.
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