venerdì 28 febbraio 2014

Sangue blu

Mi si è seccata l’anima.
Le mie compagne mi avevano avvisata, quando eravamo ancora tutte insieme nel blister, in cartoleria: “Un giorno si seccherà la nostra anima”. È questa, dunque, la morte.

Ho passato qualche tempo chiusa in un cassetto, dimentica di me, quando una mattina sono stata trovata da due manine morbide, piccole, che con una presa molto insolita, mi hanno fatto scorrere di nuovo su un foglio. Che sensazione! Pensavo che non l’avrei provata più.
La biglia ruotava ancora, eccome, ma l’anima era definitivamente, inesorabilmente, secca.
La bambina non sembrava preoccuparsene, mi ha fatto roteare tutta la mattina, “leggendo” ad alta voce alle sue bambole le parole che stava “scrivendo” su quel foglio: una ricetta, mi pare.

E pensare che avevo passato la vita precedente nella tasca del grembiule, o a volte dietro l’orecchio, della mamma della piccola, nel ristorante dove scriveva, grazie a me, le ordinazioni dei clienti.
Almeno mi ero risparmiata di finire con la testa rosicchiata come la mia collega affidata all’altra cameriera della sala, quella che quando ci incrociavamo mi prendeva in giro per il mio sangue blu, lei che invece aveva un’anima nera, e non sapeva decidersi se eravamo noi ad influenzare le nostre padrone, o viceversa.

A un certo punto è arrivata la madre della bambina, la mia vecchia proprietaria: mi sono quasi commossa, e per un attimo è sembrato uscire di nuovo un qualche liquido, che ha lasciato una flebilissima traccia di sé sul foglio.

La mamma ha osservato il gioco della bambina, e anche lei mi ha riconosciuta.
È stato allora che è successo il miracolo: la mamma è uscita dalla stanza e poco dopo è tornata, mi ha presa ed ha cominciato a smontarmi tutta. Dopo qualche tentativo ho sentito che mi estraeva l’anima, mi son sentita mancare, come svuotata, ma poi, d’improvviso, mi sono ritrovata con una anima nuova, bè, diciamo pure seminuova, e sono stata strappata alle mani della mamma dalla bambina raggiante, che subito mi ha riportata al suo bel foglio bianco: scrivevo, eccome, soltanto, adesso, con sangue rosso.

All’inizio non mi sono riconosciuta, ma poi mi son detta: che diamine! Allegria, mia cara, la vita continua, anzi, ricomincia!

3 commenti:

  1. Divertente e originale l'idea. Solo un quesito: sono volute tutte quelle virgole alla fine del penultimo paragrafo?

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  2. Inedito e singolare lo spunto, anche i ... "nobili" hanno un'anima e piangono!

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  3. Anche a me è piaciuto molto il tuo racconto, davvero originale! Mi associo, inoltre, a quanto chiesto da Bruna.

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