sabato 1 marzo 2014

Con gli occhi di...un ragazzo "speciale"

E' da poco finita la predica del Papa nella grande piazza.
Sono con mio papà, perché con me c’è tanta gente: così tanta insieme non ne ho mai vista.
Anche quando mi porta allo stadio, vedo tante persone e devo stare attento a non perdermi, ma qui è peggio. Infatti, mentre allo stadio sono seduto vicino a papà, qui sono in piedi e tutta la gente mi stringe, mi sposta...

Papà, allora, cerca di portarmi avanti per farmi vedere meglio il Papa.
Oggi sono vestito così: jeans e maglietta a righe bianche e azzurre col numero dieci che mi hanno regalato: è  la maglietta della nazionale di calcio argentina. Cappellino giallo (il mio preferito) e scarpe da tennis.
I bambini vicino a me continuano a gridare, a chiamare il Papa. Io, quasi, non li sopporto…
A un certo punto, arriva Papa Francesco sulla sua papamobile (così la chiamavano i bambini), vedo che mi guarda e mi sorride. Io tiro mio papà per la maglia e gli faccio segno che voglio andare là…
Poco dopo, non so come e perché, mi trovo davanti al Papa.
-         Ciao, come ti chiami?
-         Alberto.

-         Senti, Alberto, ti piacerebbe salire dove sono io a dare un’occhiata?

Con la testa dico di sì.
Allora mi aiutano a salire sulla papamobile, il Papa mi fa sedere sulla sua sedia bianca.
- Sei comodo, ti senti sicuro, Alberto? - Mi domanda, e…che bello! Mi fa girare una volta con il suo braccio sulle mie spalle, e poi un’altra, pian piano, e mi piace, mi piace tanto!
Intanto il Papa mi parla e io sono troppo contento!
Dopo un po’ la sedia si ferma, e il Papa prende le mie mani tra le sue e mi dice che vogliono farci una foto insieme.
Sì! Io voglio sempre esserci nelle foto, e allora guardo tutti quelli che hanno la macchina fotografica e sorrido.
Intanto il gruppo che era con me, fa il tifo, come allo stadio, e io sono felice che tutti mi chiamano, urlano il mio nome, e battono le mani.
Alla fine Papa Francesco mi saluta e mi ringrazia per avergli tenuto compagnia (…in tutta quella confusione, meno male che c’ero io!).
Scendo, accompagnato da dei signori che stavano sempre vicino al Papa, e torno dal mio papà tutto felice, ma vedo che lui piange.
Perché?
   





1 commento:

  1. Sei riuscita a parlarci con il linguaggio di un ragazzo "speciale" creando emozione senza retorica. Brava!

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