sabato 22 marzo 2014

Oro



Sono nato “bene”, diciamo. Non un prodotto di massa, come certi miei conoscenti, bensì originale, unico, elegante e prezioso. La mia sola presenza valorizzava il capo e lo rendeva affascinante. Durante le sfilate la luce si rifletteva su di me traendo bagliori rossi e attraendo lo sguardo.


I miei fratelli ed io eravamo giustamente orgogliosi di rappresentare nel mondo la famosa griffe “Coco Chanel”. Quelle due lettere intrecciate sono ancora ben incise in oro sul mio corpo quadrato dorato e circondate da pregiati strass, ineguagliabili. Ah, gli anni 50, che magnifico periodo della mia vita, quante belle occasioni mondane nelle quali sono stato sfoggiato suscitando commenti ammirati …

Poi non so bene cos’è successo ma mi sono ritrovato chiuso in un armadio profumato di “N° 5” per tanti di quegli anni, nella mia custodia singola di tela, che credevo di non rivedere più la luce del giorno. La giacca che ornavo era più disperata di me, soffrivamo di solitudine, così belli e così emarginati.

Ma una settimana fa è accaduto il miracolo. Giovani e morbide mani di donna hanno aperto la lampo della custodia e mi sono ritrovato deposto su un grande letto che non era più quello che ricordavo - altra foggia, altro materiale - ma la stanza era ancora quella dei bei tempi. La riconoscevo perché il grande specchio intero con la cornice barocca in foglie d’oro era ancora appoggiato alla solita parete e in una grande fotografia era raffigurata la donna elegante e seducente che mi aveva indossato con orgoglio.

Che meraviglia questo completo! Un vero pezzo vintage e di alta moda!”. Non so bene cosa voglia dire “vintage” ma mi sembra un complimento e sono contento di avvertire un’emozione nota. In un attimo la ragazza che mi ha riportato alla luce si spoglia, indossa abito e giacca che sembrano fatti su misura per lei e il suo sguardo corre al grande specchio dove, come sempre, il centro della luce sono io, il grande unico bottone d’oro con gli strass.

Fantastico nonna, non avrei mai potuto permettermi un capo così pregiato. Ma sei sicura di volermelo regalare?”. La ragazza si è rivolta ad una signora seduta nella poltrona rossa accanto alla finestra, di cui non mi ero ancora accorto. È molto elegante, invecchiata certo, ma è proprio lei, la bella donna della fotografia. “Cara, lo indossi come se fosse stato creato per te e sono felice che tu possa goderne e fargli vivere una seconda vita. Ma, mi raccomando, il suo punto di forza è quel bottone gioiello dorato di cui non esiste copia al mondo. Assicurati di non perderlo, mai.”

Oh che donna premurosa, penso tra me, che buon gusto, che eleganza! Grazie al cielo mi ha ridato la vita e chissà che, anche in futuro, qualcuno apprezzi il mio valore e lo conservi in eterno …

1 commento:

  1. Si, bello dare la parte del protagonista a un bottone.
    Poteva anche finire con il dialogo perché le ultime due righe lo trascinano un pochino.

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