domenica 23 marzo 2014

Codice rosso

Una grossa fiammata fa crollare la grande insula di Via Claudius. Travi di legno cadono al suolo, sopra le teste spaventate degli abitanti dell’Urbe. La città brilla di fuoco, che, eccitato, corre scoppiettante tra le case come un segugio che insegue un cerbiatto. Questa è la vista che ho dal cielo purpureo, alba che sorge. Una magnifica città rossa, di fuoco, di disperazione. E in lontananza, da una villa intoccata dalle fiamme, il dolce suono di una lira.
Sono Erythros, dea del rosso e delle sue infinite sfumature. Nessuno mi conosce, sono onnipresente, ovunque ci sia il mio colore, io mi trovo. Occhi di corniola, scialle di fiamme vive, capelli di terra bruciata. Rosso, sangue, fuoco, distruzione.

Rosso, un colore da temere. Rosso, scia di sventura. Guardando il grande incendio sono intossicata dal fumo acre che sale in cielo. Gente che urla, scappa, piange, per via del mio colore.

Rosso, colore della guerra, colore di Marte. Ecco che il mio padrone compare dietro di me, mi cinge la vita, adirato per la mia fuga. Ora mi punirà! Invece no, mi strattona e lascia una scia di baci ardenti sulla mia schiena nuda. Mi gira, reclamando le mie labbra infuocate e peccaminose. Rosso, il colore della passione, del desiderio, dell’amore. Spesso si dimentica ma il rosso ha due facce: morte e vita. Volo via sul carro di Marte nel dolce suono di una lira. Pling. Pling. Pling.

2 commenti:

  1. ... quando la brevità incontra la capacità narrativa il risultato è eccellente! Brava!

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  2. Che meraviglia, Ariel!
    In un colore hai saputo racchiudere molteplici e diverse emozioni col tuo stile accattivante.
    Che dire ancora? Grande!

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