Di
colpo vedo passare un gigante di corsa e i suoi passi pesanti risuonano nel
terreno. Tutto trema. Quando lui scompare all’orizzonte mi guardo intorno
timorosa per vedere se è rimasta qualche vittima.
“Ma
guardali! – urla Candia – non hanno nessun rispetto per noi. Nessuno!” Un
gemito triste si alza un poco distante.
“Blancha! No! Blancha! E’ toccato a lei questa volta…”
Piangiamo.
Anche oggi una di noi è morta. Il suo compagno, Bàn, guarda il cielo
impassibile. Si stringe al petto, qualche sole fa anche il suo amico del cuore
era morto. È un dolore ormai familiare per tutti noi. Sento una potente risata
e mi giro impaurita: una piccola gigantessa si avvicina e guarda Brina. No! La
mia sorellina no!
E
così faccio l’ultimo sforzo della mia corta esistenza: i miei bianchi petali
brillano e la mano della gigantessa si sposta su di me. Mi osserva e mi stacca.
Sento i pianti delle mie amiche e guardo il sole, mentre la vita è succhiata
via. Mi addormento in un sonno eterno pensando che, forse, adesso, raggiungerò
il cielo, una piccola margherita tra le stelle.
I tuoi racconti sono sempre poetici ed evocativi, questo inoltre sorprende per l'ambientazione.
RispondiEliminaLeggendo questo racconto mi è sembrato proprio di essere in quel prato e di sentirmi una margherita tra le margherite.
RispondiEliminaTrovo molto bella l'ambientazione e molto coinvolgente il racconto, pur trattandosi di semplici margherite. Brava!
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