Sandra stava
sdraiata, con gli occhi spalancati sul soffitto nascosto dall'oscurità.
Ferma, immobile
come una statua, ascoltava il suo cuore che come impazzito batteva a un ritmo
frenetico e innaturale.
Con le braccia
incrociate sul petto e le gambe lunghe e distese, aspettava il momento in cui
quei battiti - lo sapeva - presto si sarebbero fermati.
Luca, coricato
al suo fianco, dormiva un sonno tranquillo e i suoi respiri, lenti e regolari,
facevano sembrare i respiri di Sandra un rumore sgradevole simile a una nota
stonata finita, per sbaglio, tra quelle di una sinfonia.
Incapace di
soffocare tutto quel fracasso, fatto di battiti e di respiri così vicini uno
all'altro da non dar tempo all'aria di arrivare ai polmoni che vuoti e
doloranti sembravano seccarsi sempre più, Sandra immaginava l’indomani che
non sarebbe stato il suo, ma solo quello di tutti gli altri.
L'avrebbero
trovata lì, rigida, fredda, con gli
occhi ancora aperti, ma ormai spenti e
incapaci di cercare il modo di nascondersi e scappare.
Decise allora di
chiuderli, permettendo a Luca di credere che tutto fosse avvenuto inconsapevolmente e chiudendoli l’oscurità fu totale.
Ma ancora una
volta, al mattino, si svegliò e si sorprese viva, libera dall’angoscia per
quella che, nonostante sia la prima e unica certezza, nonostante cammini sempre al nostro fianco resta incapace di farsi accettare e continua a fare troppa paura.
mi ha lasciato un po' perplessa... me lo dovrai spiegare! :)
RispondiEliminaChiarite a voce le perplessità sul contesto, a me è piaciuta la scrittura diretta e secca.
RispondiEliminaHo apprezzato particolarmente la descrizione del contrasto tra il modo di respirare dei due personaggi.
RispondiEliminaNell'ultima frase, per una lettura più agevole, metterei una virgola dopo la parola"fianco".