lunedì 25 maggio 2015

Il teatro del Bardo


LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR, quando LA TEMPESTA batteva insistente come in un classico RACCONTO D’INVERNO, parlavano dell’argomento preferito: i figli.

La prima, soprannominata dalle altre BISBETICA DOMATA, elencava i pregi dei suoi ENRICO IV, ENRICO V, ENRICO VII, RICCARDO II e RICCARDO III. Le altre, intanto, si chiedevano se gli ordinali mancanti fossero dovuti a partenze, amnesia o ad altri motivi.
Un’altra comare vantava i suoi GIULIETTA E ROMEO, bellissimi ma infelici per LE PENE D’AMORE PERDUTE.
La terza taceva, gesticolando, preda dei suoi riti scaramantici in attesa delLA DODICESIMA NOTTE di luglio per ottenere un SOGNO DI MEZZA ESTATE.
Un MERCANTE DI VENEZIA e DUE GENTILUOMINI DI VERONA che volevano vendere le loro mercanzie bussarono alla porta facendo un baccano infernale quanto inutile: MOLTO RUMORE PER NULLA.
AMLETO, il nipote di OTELLO, marito della BISBETICA DOMATA e fratello di RE LEAR intervenne subitaneamente asserendo trattarsi di una COMMEDIA DEGLI ERRORI, loro non avrebbero acquistato nulla, c’era già chi provvedeva ai loro bisogni: nonno MACBETH.
Gli stranieri capirono e se ne andarono, ci vuole MISURA PER MISURA e pertanto COME VI PIACE e come sempre: TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE.

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