sabato 23 maggio 2015

Soccombere o reagire?

Sono un buono a nulla. Non servo più a nulla.

Mi sento vecchio: sono gli acciacchi della mia età che contribuiscono non poco a farmi sentire vecchio.

Chi riempie le sale d’attesa dei medici? Io e i miei coetanei.

Chi si riconosce nei mal di schiena? Io, naturalmente.

Chi dà la maggiore opportunità di curare la schiena dei pazienti oltre gli “anta?”

Chi dà lavoro agli ortopedici, agli osteopati, agli internisti, ai fisiokinesiterapisti e crea numerosi posti di lavoro nella sanità?

Sempre la stessa categoria.

Chi ha problemi a causa della fragilità del proprio cuore e viene curata da cardiologi, da specialisti vascolari e da quantità imprecisate di medicine?

Sempre io e i miei coetanei; ecco dove va a finire la mia e la loro pensione!

Mi sento molto stanco: sono molto stanco!

Chi è spesso malato, chi accumula medicinali nel suo armadietto?
L’industria farmaceutica fallirebbe se non ci fossero più gli anziani, basta guardare chi riempie le casse dei farmacisti…!
Anche le protesi al ginocchio, ora che sono di moda, riempiono le tasche del chirurgo!

Costui, solitamente vive in una villa con giardinieri, lascia l’auto in parcheggi con custodi, fa shopping in negozi specializzati di materiale per sub. Ecco chi fa girare l’economia!

Per non parlare degli oculisti che, grazie alla cataratta, al glaucoma e quant’altro, vivono bene pure loro.

 

Ma, pure cambiando ambito, mi chiedo, come sarebbero le spiagge del sud in primavera ed in autunno?

Vuote naturalmente, se non ci fosse la massa degli anziani che, se pur a costi contenuti, fanno lavorare quelli che altrimenti sarebbero chiamati “lavoratori stagionali”.

Albergatori, ristoratori, baristi, tassisti …pagherebbero allora le tasse?

E ancora: i grandi supermercati, nelle giornate infrasettimanali, sarebbero per metà vuoti se non ci fossero gli anziani. Quindi, diversi impiegati, cassiere, dirigenti, lavorano anche grazie a loro!

Per non parlare dei nonni  che “accudiscono” i nipoti: che fine farebbero le pasticcerie se non fossero frequentate assiduamente da questi ultimi?

Così pure i negozi di giocattoli, di abbigliamento per bambini e tutti quei corsi sportivi che sovvenzionano per i loro nipoti…

Questi sono solo alcuni aspetti analizzati, ma ce ne sarebbero molti altri che fanno pensare alla grande schiera di coloro che non sono più giovani e di cui spesso le generazioni successive si lamentano.

Ho deciso: sono vecchio, stanco e malato ma… non soccomberò ai loro improperi quando il mio passo sarà lento e farò rallentare gli altri, quando dovrò farmi ripetere le informazioni più volte perché non ho capito o non ho sentito, quando dovrò discutere col tassista per rispettare i tempi della mia andatura incerta: dopotutto, chi fa girare l’economia?



1 commento:

  1. Un'invettiva, più che un racconto, ma appassionata; si sente che è partita dalla pancia. Non vorrei essere nei panni di chi l'ha scatenata.

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