Mi
arrendo, alzo le mani.
E
pensare che ti portavo in palmo di mano; ma ora che ti ho scoperto avere le
mani in pasta in quel brutto affare di appalti truccati, mi sono messo le mani
nei capelli. Non ti metterò le mani addosso, ma, se richiesto, spargerò a piene
mani il racconto della tua disonestà.
Dovevo
tener conto di quella volta che da piccolo ti avevo colto con le mani nella
marmellata e poi qualche tempo dopo - ben più grave - con le mani nel sacco mentre rubavi dal cassetto
di nonna facendo man bassa dei suoi spiccioli. Già allora, vista la tua indole,
non avrei messo le mani sul fuoco per te.
Come
vedi non sono notizie di seconda mano. Non sei cambiato.
Dovrei
tenderti ancora una volta la mano? No, preferisco salutarti, me ne starò con le
mani in mano, anzi no, me ne laverò proprio le mani.
Forse
non avendomi più a portata di mano, capirai finalmente cosa vuol dire non avere
per le mani nessuno che cerchi di capirti, che ti dia una mano.
Ti
morderai le mani, a meno che decida di metterti nelle mani di un valente
avvocato, ma dovrai mettere mano al portafogli. E con le mani bucate che ti
ritrovi dubito possa farcela.
Per
quanto mi riguarda preferisco stendere un velo, anzi no: due, tre, quattro mani
di vernice.
Hahaha,
RispondiEliminabello, ma questa ti è sfuggita dalle mani: "Una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso"
Giusto per non allontanarmi dal tema, non posso far altro che battere le mani.
RispondiEliminaFrasi fatte e luoghi comuni sono qui, sapientemente usati, per costruire un racconto amaro che fa comunque sorridere. Brava!