domenica 21 febbraio 2016

1950 e dintorni

Al mio arrivo si era verificato un fermo immagine degno della comparsa dello sceriffo nel saloon.
La musica si era interrotta, gli orologi anche. Le facce rugose dei vecchietti con le carte in mano si erano alzate dal gioco. La tazzina dell’avventore era rimasta a mezz’aria riflettendosi nello specchio con la scritta “Gancia” alle spalle del Gianni, al bancone, che aveva bloccato il movimento rotatorio della spugnetta nella tazza.
Il primo a riprendersi era stato proprio lui: «Adesso non vi lamenterete più minacciando un giorno sì e l’altro pure di andarvene tutti al Bar Jolly se non avessi provveduto…»  
Mi sento un pioniere, orgoglioso dispensatore di un nuovo Verbo, creatore di meraviglie, commozione e risate. Aprirò una finestra sul mondo mostrando cose mai viste e mai nemmeno immaginate.
Ora mi guardo attorno cercando di capire verso chi eserciterò l’enorme potere di cui dispongo.
In fondo sulla sinistra un biliardo con due giocatori intenti a fare una partita a boccette e un paio di spettatori che assistono alla loro sfida. Uno dei due a voce alta commenta in dialetto ogni tiro raccogliendo il consenso degli altri. Capisco poco, ma da ora in poi provvederò io a unificarli nella lingua certamente più di quanto non abbia fatto Garibaldi.
Quattro pensionati giocano a tresette. I bicchieri della mista sul tavolo sono il premio di chi vincerà la partita.
Attorno a un altro tavolo sei uomini: uno rosicchia il cappuccio della biro e liscia l’angolo della schedina, un altro sta consultando un taccuino che riporta le partite degli ultimi vent’anni, mentre un altro ancora sfoglia la “Gazzetta”. «Allora, Pro Patria-Triestina?». Un coro unanime risponde: «Ics».
Il proprietario si allontana dal bancone e predispone le sedie per le famiglie che stanno arrivando alla spicciolata, il brusio nella sala aumenta, i bambini supplicano l’acquisto della gazzosa con la pallina. Grande è la delusione quando Gianni deposita i vassoi sui tavoli con le bibite che hanno la nuova chiusura in ceramica e metallo. «Finalmente hanno inventato questo tappo, così questi monelli non romperanno più le bottiglie per recuperare la preziosa sfera di vetro» dichiara felice lui.
Bene, è l’ora.

Si spengono le luci e mi illumino annunciando, tramite la signorina che appare sullo schermo da ventun pollici, l’inizio di “Lascia o raddoppia?”

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