venerdì 19 febbraio 2016

1950
Erano veramente tanti, troppi. No, non ce l’avrebbe fatta, però…mai dire mai - si disse.

Tutto trafelato raggiunse casa sua, mentre mentalmente cercava di tenere il conto del tempo che gli rimaneva: non ne era sicuro, però facendo velocemente alcuni calcoli, qualche barlume di luce, al fondo s’intravedeva.
In prima istanza, avrebbe bussato a tutte le porte delle  persone che conosceva, successivamente però, se non fosse stato sufficiente, nulla gli vietava di cercare altrove, anche tra quelle con le quali non aveva mai avuto niente a che fare. Era troppo urgente e importante: doveva raccogliere tutto quel che poteva. Del resto più il tempo passava, più si affievolivano le speranze di trovare ciò che gli serviva.
Dall’ultimo conteggio erano passati cinque giorni e ancora non aveva aggiornato la situazione. Grave errore! Non poteva permetterselo al punto in cui era.
Era ansioso, preoccupato, incapace di reagire.
 Si ricordò che spesso aveva avuto la sensazione di non riuscire a star dietro a tutto. In quel momento aveva bisogno di stare seduto a fare mente locale sulle recenti informazioni e sugli ultimi dati forniti dagli amici più stretti.
 Avrebbe voluto qualcosa in più, la situazione stava davvero precipitando. Doveva escogitare altro e al più presto, ma era troppo frastornato. L’angoscia si era impossessata di lui.
Si sdraiò sul divano a fare lunghi e lenti respiri ( come gli avevano insegnato a scuola), cercando di rilassarsi. Con gli occhi chiusi, nel silenzio, riuscì a distinguere il ticchettio dell’orologio che stava sopra il mobile del salotto, dapprima percepito debolmente, poi  sempre più forte, tanto da procurargli un fastidio immenso.
Dopo qualche momento di apatia assoluta che gli parve interminabile, mise in moto i neuroni spenti del cervello e finalmente la lampadina si accese. Aveva trovato la soluzione al problema.
Chiuse gli occhi, li strinse forte forte, quindi recitò a voce alta la filastrocca che aveva imparato dalla nonna quando era ancora alla scuola materna, per far venire più in fretta il compleanno:

 Corrono i gamberi all’incontrario
 Corre  la lepre del calendario
 Corre veloce, fa il giro dell’anno
 E torna subito il mio compleanno.

Nello stesso istante udì il rumore della chiave che ruotava  nella serratura.
«Tieni tesoro, – si affrettò a dire la mamma appena rientrata – la zia Sofi ti ha mandato questa. Aveva  sparso la voce nella sua scuola…».
Andrea non stette a sentire la fine della frase, poiché intuì il contenuto della busta: quasi la strappò dalle mani della madre, l’aprì tanto nervosamente quanto velocemente.
Era incredulo, non ne aveva  mai visto tanti tutti in una volta: una valanga di punti qualità attendevano di essere contati. Avrebbe sicuramente raggiunto l’agognato tetto dei 1950 ( il termine per la raccolta scadeva di lì a pochi giorni) e il fatidico premio tanto desiderato sarebbe stato finalmente suo.
«Wow! – esclamò – ora sì che si ragiona! »
In un battibaleno corse nella sua stanza: il countdown era iniziato.

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