sabato 28 maggio 2016

Ritardo

Stazione ferroviaria di Milano Centrale. Luglio: fa abbastanza caldo. L’orologio segna le 18,45.
Anche il tuo indica lo stesso orario. Perfetto!
 Guardi intorno, nel vuoto. Scorgi un via vai di persone e merci concentrate lungo i marciapiedi dei binari; fissi una persona anche se non la conosci.  Dopo un po’ distogli lo sguardo perché ti accorgi che non è cosa simpatica. Chiudi gli occhi e ti rivedi:
anche allora era luglio ma di tanti anni fa e risenti addosso quell’occhiata torbida e inquietante incollata su di te in modo inopportuno...
Era uno sconosciuto, giovane, forse quattro cinque anni più di te.
- Salve! Ci conosciamo già?
- Non credo proprio!
- Ma sì, ci eravamo conosciuti a quella festa…
- Impossibile. Solitamente non vivo qui.
- Strano, mi pareva di conoscerti.
- No, guarda che hai sbagliato persona.
- Eppure…
- Eppure cosa?
- Te l’ho già detto, mi sembri una che ho conosciuto che si chiama… Nicoletta? No aspetta…dimmelo tu!
- Perché dovrei dirti il mio nome?
- Così ci conosciamo entrambi. Tende la mano: - Carlo Invernizzi. Piacere!
Rimango sulle mie, non allungo la mano, rispondo solamente “Piacere”, per cortesia.
- Stai aspettando qualcuno?
- Sì, aspetto il mio ragazzo.
Silenzio…
- Ah, allora hai già un ragazzo!
La conversazione continua e capisco che vuole avere altre informazioni su di me. Mi invita al bar della stazione a bere qualcosa. Rifiuto educatamente adducendo il fatto che, a momenti, arriverà il treno.
Ore 18,50: dall’altoparlante viene comunicato che il treno  proveniente da Venezia è in ritardo di cinque minuti. Per quanto lieve possa essere, ti spazientisci e torni a ricordare il seguito.
Lui insiste, io declino in modo più deciso stavolta, ma  lui non si accontenta.
Si avvicina ancora di più e cerca di convincermi che, dopotutto non c’è nulla di male a bere un drink insieme all’unico scopo di conoscerci.
Decido di non rispondere più: mi ha seccata, angosciata e intimorita. Spero di mascherare sufficientemente le mie emozioni.  Evidentemente non devo esserci riuscita: lui capisce e vuole a tutti i costi che io lo segua con un fare quasi minaccioso.
Fa parecchio caldo.
Mi tremano le gambe, sento le mani sudate non solo per l’afa e mi assale un’ansia che a fatica riesco a controllare: è proprio  il caso di dire “non so che acqua bere”.  Il tempo passa velocemente e non riesco a trovare soluzioni poco invasive, vista la situazione  delicata e, per certi versi, ambigua che si è creata.
La gente che affolla il marciapiede non si accorge di nulla, ha altro cui pensare che una piccola discussione tra due giovani; inoltre “meno t’impicci meglio stai” è una delle poche cose in cui vige l’unanimità, senza contare che di lì a poco arriverà il treno e non c’è tempo da dedicare agli altri: occorre salire per primi sul treno per occupare il posto più vicino al finestrino nel senso di marcia…
 In quell’istante vedo una signora di mezza età  e, già da una certa distanza, la saluto festosamente, chiamandola: - Ciao zia, sono ancora qui! - Mi sbraccio e corro, corro velocemente, con tutto il fiato che mi rimane verso di lei, in direzione opposta a  quella del mio improvvisato,  inopportuno  e forse pericoloso   interlocutore.  
Avevo sentito  il ritmo accelerato del mio battito cardiaco ancor prima di correre e non appena la raggiungo mi blocco e le spiego velocemente, ancora con il fiatone, la grottesca  situazione di cui sono vittima.  
Grazie a Dio la solidarietà femminile non si smentisce neppure stavolta e reggendo il gioco, la donna provvidenziale  mi tiene una mano sulla spalla  col duplice scopo di  tranquillizzarmi e di mostrare il nostro stretto rapporto familiare.
Ore 18,55: nel frastuono della stazione, tra i mille rumori che si sentono, squilla il tuo cellulare.
Ci mancava solo quello ora! - pensi,  ma non fai in tempo a estrarlo che improvvisamente, tra le molteplici voci ne percepisci  una e la riconosci: è lui, tuo marito che dal binario nove  ti ha vista.
 Non ti eri accorta che il treno, a causa del ritardo, era stato dirottato su di un binario diverso da quello indicato in precedenza  e tu eri rimasta lì a ricordare…  

  




Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento è molto gradito per aiutarci a migliorare i nostri scritti